MILANO – Si smorza le fiducia tra le Borse europee fiducia all’indomani di una seduta vissuta con preoccupazione per l’accelerazione impressa a dicembre dalla Fed sul tabella di marcia per il rialzo dei tassi. I riflettori dei mercati oggi sono puntati sul rapporto sull’occupazione Usa a dicembre diffuso dal dipartimento del lavoro Usa, uno degli indicatori più seguiti per testare il passo della ripresa americana.
Gli indici europei sono in calo: Milano guadagna lo 0,34%, Londra lo 0,07%, Francoforte cede lo 0,48%, Parigi lo 0,06%. In Asia è poco mossa Tokyo, con il Nikkei che ha chiuso a -0,03% mentre il governo ha approvato nuove restrizioni nel Paese per contenere l’emergenza Covid.
La Fed si veste da falco e spaventa le Borse mondiali
di
Vittoria Puledda
06 Gennaio 2022
Tra i dati macroeconomici, secondo le rilevazioni di Eurostat l”inflazione annuale nell’eurozona toccherà quota 5% nel dicembre 2021, in aumento dal 4,9% di novembre. Guardando alle principali componenti dell’inflazione nell’area euro, secondo l’ufficio statistico Ue l’energia dovrebbe registrare un tasso annuale di inflazione pari al 26% (a novembre era del 27,5%), seguita da cibo, alcol e tabacco (3,2%, rispetto al 2,2% di novembre), beni industriali non energetici (2,9%, rispetto al 2,4%) e servizi (2,4%, rispetto al 2,7% del mese precedente).
La produzione dell’industria tedesca a novembre ha registrato un calo dello 0,2% mensile. L’ufficio federale di statistica aggiunge che su base annua il calo è stato del 2,4% mentre rispetto a febbraio 2020, mese precedente alle prime restrizioni prese in Germania a causa della pandemia, il calo è del 7 per cento.
Dagli Usa gli investitori guardano ocn attenzione al rialzo dei tassi sui mutui, in risalita anche in previsione del generale rialzo di tassi. Questa settimana i livelli hanno toccato i massimi da maggio 2020, con il tasso fisso di un prestito a 30 anni che ha toccato il 3,22% dal 3,11% della scorsa settimana. Un incremento che potrebbe mettere il freno al dinamismo del mercato immobiliare americano, che ha vissuto una forte accelerazione soprattutto negli ultimi due anni.
Tregua anche per il rialzo dei rendimenti innescato dalle possibile mosse della Fed. Il decennale italiano scende all’1,26% e lo spread cala a 32 punti dopo avere toccato ieri quota 139. Tra le valute, l’euro è sul filo di quota 1,13 dollari, il cambio euro/yen è a 130,99 e il dollaro/yen a 115,91.
Le tensioni e le rivolte in Kazakistan e problemi nella produzione in Libia a causa di conflitti fra le milizie spingono il prezzo del petrolio a quota 80 dollari al barile. Il Wti del Texas passa di mano a 80,09 dollari (+0,79%) dopo il guadagno di oltre il 6% messo a segno nelle ultime quattro sedute mentre il Brent scambia a 82,6 (+0,8%). Non basta a raffreddare il mercato l’aumento della produzione deciso dall’Opec+ che, secondo gli esperti, sarà difficile che venga raggiunto a breve.